Il Winckelmann "privato" di Domenico Rossetti

Come continuazione degli studi sulle nozioni di «ragionata antiquaria» e di «patriottismo» elaborate nella «Arcadia filosofica» romana è stato esaminato materiale inedito conservato nella Biblioteca civica di Trieste e presso la fondazione Scaramangà de Altomonte che permette di leggere in nuova luce Il sepolcro di Winckelmann (1823) di Domenico Rossetti. L’impegno dell’erudito triestino per fare conoscere alla «dotta Italia» il System der Ästhetik di Heydenreich e il suo debito dichiarato con Hirschfeld e la Allgemeine Theorie der schönen Künste di Sulzer da una parte e le relazioni con Carl August Böttiger dall’altra ne definiscono il ruolo nel transfert culturale italo-tedesco. Conclusivamente, l’analisi delle inedite Idee elementari sui monumenti scritte per Antonio Bosa si traduce in un radicale ripensamento del rapporto fra il monumento funebre a Winckelmann e il libro del 1823